Scuole internazionali, bilingue e classi Cambridge (parte seconda)

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Scuole internazionali... Scuole internazionali...

Nel primo magazine vi avevo lasciato con delle considerazioni sulle scuole bilingue.

Bene, in piena estate sono stata contattata da una mia amica per una richiesta di aiuto. Doveva scegliere una scuola bilingue per sua figlia. Quindi abbiamo fatto un po’ di ricerche online e insieme siamo andate a visitare delle scuole.

 

Chiaramente sono andata in visita alle scuole bilingue con spirito critico e con delle grandi aspettative vista la quantità di ore di inglese offerte.

In visita alla prima scuola ho fatto delle domande tecniche, esageratamente tecniche che solo una persona esperta e del settore può fare. Bè le mie aspettative sono state disattese e hanno confermato le mie perplessità.

 Tante ore, tanti progetti, ma a mio avviso tanto fumo che non si traduce in conoscenza dell’inglese.

Mi aspetto, da un percorso di bilinguismo che si inizia a 4 anni, con un inglese presente 10 ore a settimana che questi bambini al termine della scuola primaria siano in grado di sostenere un esame di livello B 1 (P.E.T. per capirsi).

Invece alla fine della primaria questi ragazzi possono svolgere il K.E.T.

Stesso livello che svolgono i nostri ragazzi che seguono il nostro percorso dai 4 anni e lavorano a casa.

Mi chiedo dunque come possano raggiungere lo stesso livello loro che svolgono 10 ore a settimana di inglese, rispetto ai miei studenti che vengono qui e fanno un massimo di due ore a settimana.

In un’altra scuola invece l’offerta era così vaga, messa lì perché i genitori la richiedono, che non si capiva bene quanto inglese svolgono e come lo svolgono. In copresenza, in gruppi ridotti, nell’intera classe? Boh!!!

Quando ho parlato con le insegnanti in merito al tipo di programmazione che svolgono da madre mi sono sentita in colpa per il grande sforzo che viene richiesto a questi bambini.

Oggi siamo tutti d’accordo sull’importanza dell’inglese, sul garantire un futuro in un mondo globalizzato ai nostri figli, però cerchiamo di rimanere con i piedi per terra e cerchiamo di fare delle scelte giuste per i nostri figli, i nostri figli che sono bambini e che hanno tutto il diritto di divertirsi e avere un’infanzia felice da ricordare. Ho dato un’occhiata al materiale che utilizzano in queste scuole dove sin dai 4 anni fanno iniziare a leggere e scrivere in inglese. Ora, care mamme e cari papà, io lo so che i tempi sono cambiati, ma iniziare a leggere in un’altra lingua a 4/5 anni non è una cosa positiva. Una lingua che loro sentono solo all’interno della loro classe, perché quando escono da lì mamma, papà, la famiglia parla in italiano. Perché quando accendete a televisione, i film li vedete in italiano.  Quando si va al supermercato la cassiera parla in italiano e tutti intorno parlano in italiano.

Quindi perché i genitori richiedono uno sforzo così grande a dei bambini di 4 anni? Perché non farli giocare liberi e spensierati e pensare alla lettura e alla scrittura a 6 anni?

Un’altra domanda che mi faccio è: gli insegnanti? Visto il boom di scuole bilingue, siamo sicure che queste scuole assumano insegnanti madrelingua qualificati? Sinceramente non so se una domanda così elevata di bilinguismo possa rispondere con un’offerta di qualità.

Infine, vogliamo parlare delle rette di queste scuole? Una follia.

Sono sempre più favorevole ad una scuola statale abbinata ad un corso serio di lingua inglese e a degli stimoli in inglese nella vita quotidiana, una scuola italiana con tutti i suoi problemi/mancanze/carenze tipiche italiane piuttosto che una scuola vetrina, una scuola di facciata per mostrare solo una divisa alla fine dell’orario scolastico.

Ma queste sono solo mie osservazioni….